25 NOVEMBRE LOTTA CONTRO LA VIOLENZA SULLE DONNE

A undici anni dalla ratifica della Convenzione di Istanbul e a tre dal c.d. Codice rosso, tra modifiche legislative ed innesti giurisprudenziali, come si delinea il quadro normativo di lotta alla violenza di genere? Sono risultati sufficienti i rimedi sin qui delineati oppure il sistema dichiara ancora falle ed insuccessi? Maltrattamenti, atti persecutori e violenza sessuale: questi i tre reati caposaldo di una vera e propria base comune che, allargando il novero dei "diritti delle vittime", ha cercato di creare un unicum nel panorama processuale anche italiano. Gratuito patrocinio allargato, diritto a ricevere l'avviso di richiesta di archiviazione o conclusione delle indagini preliminari, diritto ad esprimere la propria opinione in materia cautelare: queste le principali, assieme a tante altre prerogative. Ma possiamo dirci davvero soddisfatti oppure ci sono ancora migliorie o modifiche da perorare al legislatore che verrà? Quali sfide ci pone anche il nuovo filone della violenza online?

In Italia i dati Istat mostrano che il 31,5% delle donne ha subìto nel corso della propria vita una qualche forma di violenza fisica, sessuale o psicologica. Le forme più gravi di violenza sono esercitate da partner o ex partner, parenti o amici. Gli stupri sono stati commessi nel 62,7% dei casi da partner.

Anche il mondo della sanità e del sociale non è stato escluso, una media di oltre 2 mila casi l’anno  con un andamento stabile (Fonte: Inail “Indagine nazionale sulla salute e sicurezza sul lavoro. Lavoratori e datori di lavoro. INSuLa, 2021”). Dei casi accertati, 9 episodi di violenza su 10 provengono da pazienti, familiari o altre persone esterne ai servizi di assistenza. 1 caso su 10 avviene da parte di colleghi. (Fonte: Inail Andamento degli infortuni sul lavoro e delle malattie professionali - n.10, ottobre, 2020).

I dati del Report del Servizio analisi criminale della Direzione Centrale Polizia Criminale aggiornato al 6 marzo 2022 evidenzia come nel 2021 siano stati 119 gli omicidi con vittime di sesso femminile, a fronte dei 117 dello stesso periodo del 2020.

Ma non pensiamo di vivere su un’isola felice. Accanto a noi c’è chi ha subito o sta subendo una violenza. Solo presso la rete di cui il Comune di Brescia è capofila hanno gravitato dal 1° gennaio al 31 ottobre ben 396 contatti, contro i 500 casi nel 2021. E non si hanno ancora i dati di novembre e dicembre 2022. Nell’arco dell’anno 2021, i Carabinieri di Brescia hanno eseguito 75 arresti e denunciato 580 persone nell'ambito degli interventi di Codice Rosso. E sono 129 le vittime indirizzate ai centri antiviolenza dall'Arma. Inoltre, l'attività investigativa specifica bresciana ha portato anche all'applicazione di 11 misure cautelari: 3 soggetti sono stati condotti in carcere, 4 agli arresti domiciliari, 2 sono stati sottoposti al divieto di avvicinamento all'abitazione ed ai luoghi di abituale frequentazione della vittima designata, un uomo è stato allontanato dalla casa familiare nella quale ancora risiedeva.  Dalla Questura di Brescia, inoltre, emerge, che l’età media delle donne che hanno richiesto provvedimenti di ammonimento è di 35 anni. La maggior parte di esse, sono sposate con figli, equamente suddivisi su tutto il territorio bresciano e quasi tutte le richieste d’intervento giungono da donne italiane.

Sul territorio desenzanese la commissione pari opportunità, insieme all’amministrazione, ha avuto modo di contribuire con la creazione del progetto tessere legami, rete territoriale antiviolenza, il cui capofila è il comune di Desenzano. Il progetto finanziato da Regione Lombardia mette in sinergia più realtà con l’obiettivo di garantire aiuto, prevenzione per scongiurare gli atti di violenza fisica e psicologica ai danni della donna, sostegno e accompagnamento in maniera efficace e strutturata alle donne vittime di violenza. Dal sostegno psicologico a quello medico, passando per quello giuridico. Prevede la collaborazione dei servizi sociali comunali, i consultori familiari pubblici e privati accreditati, i presidi ospedalieri, i servizi per la tutela dei minori e le forze dell’ordine. Aderiscono a questa rete 76 comuni ed enti territoriali come la Prefettura di Brescia, ATS Brescia, ASST del Garda, Centro Antiviolenza onlus “Casa delle Donne” CAD – Brescia, Azienda Speciale Consortile Garda Sociale, Organizzazioni Sindacali CGIL – CISL – UIL, Consultorio Accreditato “Nodi” – Società cooperativa Area, CAV – Centro Aiuto alla Vita di Desenzano del Garda, non solo e comunque ad essere

Inoltre, la Commissione ha contribuito, donando accessori, casalinghi e piccoli elettrodomestici, permettendo così alle inquiline di poter provvedere in autonomia al vitto e a quello dei loro figli, alla nascita di Casa Viola: una dimora e accogliente per le donne vittime di violenza, luogo sicuro e confortevole per tutte le donne che hanno necessità di essere ospitate, tutelate e protette dopo aver subito violenze fisiche o psicologiche. Accoglie fino a 6 persone (donne e bambini) con spazi comuni e privati tra cui una cucina e un bagno, 3 camere da letto, un soggiorno ma anche: lavanderia, cantina, e giardino. contesto residenziale nel quale le ospiti potranno anche trovare spazio per il dialogo e il confronto e per quella quotidianità che nelle loro condizioni precedenti era carente o, peggio, completamente negata.

La violenza sulle donne è un' aperta violazione dei diritti umani, purtroppo diffusa senza distinzioni geografiche, generazionali, sociali". "Denunciare una violenza è un atto che richiede coraggio. Abbiamo il dovere di sostenere le donne che hanno la forza di farlo, assicurando le necessarie risposte in tema di sicurezza, protezione e recupero.